L’ultima volta dell’Atalanta in Europa

Sabato sera col pareggio casalingo contro il Milan l’Atalanta si è assicurata la matematica certezza di partecipare all’Europa League, dopo un’annata strepitosa.

Secondo molti esegeti del calcio italiano la squadra bergamasca è la provinciale più nobile calcio italiano, con ben 58 presenze in massima serie e 4 partecipazioni alle coppe europee (due alla coppa delle coppe e due alla coppa Uefa).

L’ultima volta degli orobici in Europa

Andando indietro all’abisso di nostalgia dell’Italia calcistica degli anni ’80 e ’90, oltre ai numerosi trionfi troviamo anche piccole realtà che negli anni d’oro del calcio italiano riuscivano ad arrivare fino in fondo nelle varie coppe europee. In particolare l’Atalanta. Gli orobici già nel 1988 erano giunti in semifinale di Coppa delle Coppe, nonostante giocassero in serie B, venendo eliminati dai futuri campioni del Mechelen. Ritornati in serie A nella stagione 1988-89 i nerazzurri bergamaschi raggiunsero il sesto posto che valse la loro prima partecipazione in Coppa Uefa, uscendo però al primo turno. Alla fine della stagione 1989-90 però gli atalantini riescono a qualificarsi nuovamente per la Coppa Uefa. La stagione successiva Mondonico lascia la panchina a Pierluigi Frosio, il ritiro di Prandelli lascia un buco in mezzo al campo, ma i giocatori più importanti sono rimasti a Bergamo.

L’Atalanta esordisce in Coppa Uefa in casa il 19 settembre 1990 contro la Dinamo Zagabria. Senza Evair e Stromberg, in una gara condizionata dalle violenze tra gli ultras delle due tifoserie, ne esce uno 0-0 molto rude e animato più da errori dei singoli che da belle giocate, che mantiene aperta la qualificazione. Il ritorno in Jugoslavia (ormai prossima alla disgregazione) è la Dinamo a passare in vantaggio con una punizione gioiello di un giovanissimo Zvonimir Boban, il vantaggio croato dura poco, infatti è Evair a pareggiare su calcio di rigore. L’Atalanta nei minuti finali regge bene alla pressione avversaria raggiungendo i sedicesimi di finale.

La sintesi del match, con commento di un giovanissimo Sandro Piccinini.

L’avversario dei sedicesimi di finale sono i turchi del Fenerbache allenati da Guus Hiddink. L’Atalanta ipoteca la qualificazione già all’andata con la vittoria in trasferta per 0-1 con il goal di Bonacina. Il ritorno è un monologo degli atalantini che vincono per 4-1 grazie alle reti di Evair, Perrone, Nicolini e di nuovo Bonacina; siglando il record societario con più goal fatti in singola partita europea.

Trionfo bergamasco

Dagli accoppiamenti degli ottavi di finale l’avversario dell’Atalanta sono i tedeschi del Colonia. L’andata giocata in Germania vede i padroni di casa passare subito in vantaggio, i tedeschi sfiorano più volte il raddoppio. nel secondo tempo sono però i nerazzurri a segnare, con una splendida incornata sul secondo palo di Bordin, l’Atalanta porta a casa un pari pesante. Nel ritorno, due settimane dopo, davanti a 20mila tifosi bergamaschi, un goal di Nicolini nel primo tempo chiude subito il discorso qualificazione. L’Atalanta per la prima volta nella sua storia accede ai quarti di finale.

Ai quarti di finale il 50% delle squadre provengono dall’Italia, Il tabellone è:

  • Roma vs Anderlecht
  • Atalanta vs Inter
  • Bologna vs Sporting Lisbona
  • Brondby vs Torpedo Mosca

Sul finire del girone di andata un calo di risultati fanno precipitare l’Atalanta nelle zone basse della classifica. Il 28 gennaio, dopo la sconfitta per 4-1 patita a Bari, la società esonera Frosio al quale subentra Bruno Giorgi. In coppa Uefa i bergamaschi contro i futuri vincitori del torneo non riescono a segnare nel doppio confronto. L’andata finisce 0-0 e nell ritorno, a San Siro, l’Inter si impone per 2-0 coi goal di Serena e Matthaus, in 3 minuti tra il 60’ e il 63’. Si conclude così l’ultima avventura europea dell’Atalanta.

 

L’undici titolare dei bergamaschi il 20 marzo 1991 contro l’Inter, ultimo match europeo della Dea.

Che futuro per questa Atalanta?

L’Atalanta rivelazione della Coppa Uefa 1990-91 era una buona squadra, costruita come l’Atalanta di oggi sul florido settore giovanile della società. Allora i ragazzi del vivaio erano Boselli, Orlandini, Poloni e Bonavita; oggi sono Caldara, Kessié e Conti, esaltati dal sistema tattico di Gasperini, che ne ha espresso il potenziale. Il giocatore simbolo della squadra è un Argentino, in quell’Atalanta il magnifico centravanti Caniggia, nell’Atalanta di oggi il fenomeno social Papu Gomez al suo picco di carriera. L’Atalanta ha le carte in regola per far bene in Europa League e invertire il trend delle italiane nella competizione, a patto di non snobbare la seconda coppa europea. Con una campagna acquisti mirata e qualche giovane della primavera promosso in prima squadra, la Dea potrebbe dare soddisfazioni al calcio italiano, in una competizione che negli ultimi anni ha riservato troppe delusioni per le squadre italiane.